Descrizione
Tour del Canale della Giudecca a Venezia offerta prezzi scontati online
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L’isola della Giudecca è la più grande tra le 116 isole che compone la laguna di Venezia. Viene chiamata dai veneziani “spinalonga” per la sua forma allungata e ha una storia antichissima: è probabilmente uno dei primi lembi di terra colonizzati della laguna veneziana.! Non serve un codice sconto o coupon li presenti direttamente all’esperienza con codice qr. ,
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Esplora Venezia nei sui più piccoli e intriganti particolari. Esistono numerose teorie che riguardano l’origine del nome della Giudecca. La prima riguarda la presenza di una numerosa popolazione ebraica sul territorio. Supportata da numerosi ritrovamenti in lingua ebraica e dalla presenza di due sinagoghe, demolite poi nel 1700. La seconda tesi invece fa risalire il nome al quartiere Yudeca, a Costantinopoli, creato grazie ai continui rapporti in epoca medievale tra Venezia e l’Impero Bizantino. Secondo la credenza popolare il termine deriva invece da “zudegà“, che in veneziano significa “giudicato”.
La leggenda narra che sull’isola della Giudecca ci fossero diversi terreni dati ad alcune famiglie veneziane come risarcimento per beni confiscati ingiustamente.
ISOLA DELLA GIUDECCA: originariamente chiamata “Spina Longa” a causa della sua forma a spina di pesce, è l’isola più estesa e allo stesso tempo la più vicina a Venezia. E’ separata dal largo e profondo Canale della Giudecca, anticamente chiamato Canale Vigano. L’estensione e la tranquillità accolsero nell’isola prima comunità religiose (ben sette erano i conventi) sia, come avvenne a Murano. Erano famiglie patrizie qui costruirono le loro dimore con meravigliosi giardini, orti, luoghi. Dopo la caduta della Serenissima, si trasformarono in depositi, caserme, carceri, fabbriche e quartieri operai. Formata da 8 isole minori, la Giudecca è percorsa da una lunga fondamenta che l’attraversa, sul versante opposto che si affaccia sulla Laguna, si susseguono giardini e orti oltre ai nuovi quartieri residenziali e ai cantieri.
ITINERARIO: comincia nell’isola di Sacca Fisola , estremità ovest della Giudecca e separata da quest’ultima dal Canale dei Lavraneri. Sacca Fisola è un quartiere residenziale recente, sostanziale differenza con la vicina Giudecca. Si attraversa il grande ponte dei Lavraneri in legno, notando sulla sinistra l’imponente costruzione del Molino Stucky. E’ l’antico mulino simbolo assoluto dell’archeologia industriale della città ora albergo di lusso.
S i prosegue poi passando per Campiello Priuli, fino a Fondamenta delle Convertite.
CHIESA DI SANT’EUFEMIA: di fronte alla Stazione Marittima e le Zattere a costruzione d’angolo; una lapide innestata sulla porta ricorda la consacrazione del 1371. L’edificio ha conservato l’originaria semplice struttura a capanna (XI secolo) tipico dello stile veneto-bizantino. Invece il portico dorico esterno venne eretto durante i rimaneggiamenti del ‘700-’800. Le colonne del portico, risalenti al XVI secolo, appartenevano alla Chiesa dei SS. Biagio e Cataldo. Fu demolita per fare spazio alla costruzione del Molino Stucky. Sopra la porta d’ingresso si nota un bellissimo rilievo raffigurante la Vergine col Putto tra San Rocco e Sant’Eufemia. All’interno le tre navate veneto-bizantine (XI secolo) sono decorate con sontuosi stucchi e dipinti (del ‘700). Nelle navate e alle pareti opere di B. Vivarini, G.B. Canal.
A sinistra si raggiunge il primo tratto di fondamenta lungo il Canale della Giudecca.
CHIESA DEL REDENTORE: fu fatta erigere dal Senato della Repubblica come tempio votivo al Cristo Redentore per la fine dell’epidemia di Peste che colpì Venezia nell’estate del 1575. Nel maggio del 1577 venne posata la prima pietra e nel luglio successivo si festeggiò la fine della pestilenza con una processione che giunse fino al cantiere dell’edificio in costruzione. Da allora nel giorno del SS. Redentore (terzo sabato del mese di luglio di ogni anno) si celebra la ricorrenza. All’epoca il tempio era visitato dal doge e dalla Signoria. La chiesa venne concepita come stazione finale della solenne processione, Venezia e la Giudecca vengono unite con un ponte di barche. La vigilia della festività si celebra con caratteristiche tavolate lungo la fondamenta per ammirare lo spettacolo pirotecnico, degustando i piatti tipici della festività. L’edificio, disegnato dal Palladio e considerato uno dei suoi capolavori, fu ultimato nel 1592, dopo la morte del maestro, Antonio da Ponte. All’interno un colonnato gira lungo le pareti dell’unica navata, con tre cappelle aperte su ogni lato, e del presbiterio, sormontato da una cupola. Sugli altari vi sono dipinti della scuola veneta del sec. XVI-XVII. Particolarmente interessante la sacrestia, dalla quale si accede dal coro, ricca di opere d’arte e di reliquie dell’ordine francescano Dopo la visita alla Chiesa del Redentore, potrete vedere la fondamenta della Croce, che prende il suo nome dalla cinquecentesca Chiesa della Croce.
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