Posti nel Lazio da visitare: il castello di Piombinara Colleferro
Il Castello è formato da un perimetro rettangolare di circa 45 x 33 metri ed è costituito da vari corpi attraversati da un corridoio voltato che conduce alla corte centrale. Da qui si aprono gli accessi alle diverse parti dell’edificio. La conformazione e la disposizione dei diversi corpi fanno subito pensare ad aggiunte di epoche successive su un nucleo originario piuttosto omogeneo. Sicuramente uno tra i posti nel Lazio da visitare assolutamente.
Purtroppo non si hanno notizie certe in merito all’anno di fondazione, tranne quella della distruzione del Castello. quest’ultima è sicuramente avvenuta avvenuta nel 1431 ad opera di milizie mercenarie capeggiate da Giacomo da Caldora.
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La fortificazione della Valle del Sacco
Il Castello faceva parte di un sistema economico e di difesa grazie al quale la famiglia dei Conti di Segni poteva garantirsi il controllo della valle del Sacco. Era situata presso l’incrocio tra la via Latina e la via Casilina, nel periodo delle lotte feudali tra le grandi famiglie romane. Il centro di questo sistema era costituito dal castello di Valmontone. I castelli di Colleferro e di Piombinara ( vedi sotto) ed il borgo fortificato di Montefortino ne costituivano i punti di difesa più prossimi.
Da un’indagine archeologica, è emersa una successione di otto fasi costruttive. Le prime tre, del XIII secolo, riguardano la realizzazione dell’intero elevato del muro esterno. Le successive corrispondono invece a localizzate modifiche dei vani preesistenti. Questo non sorprende più di tanto considerando i quasi duecento anni di abbandono del complesso in seguito alla distruzione del 1431, ed il suo successivo recupero.
Nel XVII secolo infatti si avvia il processo di trasformazione da rocca fortificata a casale di campagna, con la graduale perdita del carattere militare della struttura. Sicuramente uno tra i posti nel Lazio da visitare assolutamente.
Con le famiglie Salviati prima e Doria Pamphili poi, il castello viene adibito ad edificio a servizio delle circostanti terre agricole.
Ciò che colpisce è la progressiva perdita d’importanza del fabbricato e il peso che assume invece la tenuta agricola.
Si creano così le premesse per quel fenomeno di estraneamento dal territorio che condiziona l’attuale stato del Castello. Progressivamente le terre vengono vendute ed il fabbricato, sottratto anche a quell’uso agricolo cui si era adattato. Si avvia ad una fase di progressivo declino, culminante con i danni subiti a causa del terremoto del 1915.
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Castello di Piombinara
I resti del castello di Piombinara occupano una vasta pianura in cima alla collina. L’asse autostradale purtroppo ha alterato notevolmente l’assetto del paesaggio dividendo a metà i terreni che facevano parte della tenuta. La posizione del castello era strategica per il controllo sia sulle principali vie di comunicazione e di commercio, sia sul fiume Sacco, a cui probabilmente è legata l’origine del nome: Fluminaria, sul fiume.
La sua pianta pressocché rettangolare si estendeva per circa 400 metri di lunghezza e 200 di larghezza. Un muro perimetrale posto all’interno della cinta separava la rocca con il palazzo, la chiesa e tutti gli ambienti annessi, dal borgo riservato al popolo. Secondo accreditate fonti, la sua costruzione risalirebbe agli anni attorno al mille, sulle terre di un Monastero benedettino dedicato a Santa Cecilia.
La famiglia Conti di Segni lega il proprio nome alla tenuta Piombinara fino alla metà del XV secolo. La rivolta della popolazione di Segni contro i Conti nel 1389 segna probabilmente l’inizio del declino del Castello, che viene posto sotto la protezione papale da Martino V nel 1428.
Una serie di vicende avvenute nel territorio circostante decretano la distruzione del Castello. Ad iniziare dall’azione distruttiva delle truppe mercenarie ribelli guidate da Giacomo Caldora nel 1431. Nel corso del XVI secolo Piombinara acquisisce sempre più un carattere di tenuta agricola. Dopo la morte dell’ultimo discendente della Casa Conti nel 1575, la tenuta passa al nipote Francesco Sforza, quindi ai Borghese, ai Barberini ed infine nel 1651 alla famiglia Pamphili.
Il territorio di Piombinara viene frazionato in aree coltivate, zone di pascolo, boschi.
Tale processo si consolida nel corso del Settecento e Ottocento. I resti dell’antico edificio cadono nel più completo abbandono. Contrariamente a quanto accade nella vicina tenuta di Colleferro, si preferisce edificare un nuovo casale piuttosto che trasformare il vecchio. L’unica struttura che conservava la sua funzione originaria era la Chiesa di Santa Maria posta all’esterno del Castello, sulla via Casilina, ove nel XVIII secolo venivano ancora celebrate messe.
Oggi il Castello di Piombinara è di proprietà del Comune di Colleferro che lo ha acquistato nel 2002. Il degrado lento ma costante ha portato in tempi recenti alla perdita della Torre interna al recinto. Fu demolita negli anni ’30 a causa del pericolo di crolli. A tutt’oggi è in atto una campagna di scavi, per riportare completamente alla luce l’insediamento fortificato del Castello medievale.
Il Lazio è un percorso ritrovato con oggetti unici, custoditi in luoghi altrettanto unici.
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