COSA FARE NEL WEEKEND VICINO ROMA ANCHE CON I BAMBINI: VISITARE GRATIS LE CINQUE PIU’ BELLE FONTANE DELLA CAPITALE
Ecco cosa fare nel week end a Roma gratis anche con i bambini. Una visita che unisce la cultura alla meraviglia e stupisce adulti e bambini con curiosità, aneddoti, segreti, misteri e leggende della Roma imperiale, dei Papi e quella medioevale.
Ecco le cinque fontane più particolari di Roma che mostrano un perfetto connubio tra storia ed architettura. Roma è bella da vedere in qualsiasi epoca la si voglia osservare e le sue opere di infinita bellezza trovano spazio per tutte le epoche successive. Roma è Roma. Con i suoi monumenti, le sue chiese, le sue piazze, i suoi palazzi storici e le sue fontane non finisce di meravigliare l’osservatore attento
Ecco quindi le cinque Fontane più suggestive da vedere a Roma nel week end anche con i bambini e totalmente gratis; quali sono e dove si trovano.
La fontana, come molti dei monumenti sparsi per la Capitale, rappresenta sicuramente un’attrazione che lascia a bocca aperta molti visitatori, che possono ammirare la maestosità di un’autentica opera d’arte scavata nella roccia, che racconta una storia, una cultura e una tradizione antiche. La gente ama Roma. Le fontane sparse per la Città Eterna rappresentano anche simboli di alcuni periodi storici. A partire dalla più famosa Fontana di Trevi, che insieme al Colosseo è uno dei simboli più iconici della Capitale, si può notare l’imponenza di un edificio semplice e meraviglioso. Un vero gioiello artistico e architettonico creato dall’abilità e dalla maestria dell’architetto e scultore Nicola Salvi. Raffigura una statua di Oceano affiancata da due sculture che simboleggiano salute e abbondanza. È unico in quanto la moneta viene girata all’indietro come portafortuna.
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LA FONTANA DELLA BARCACCIA
Fu commissionata da Papa Urbano VIII Barberini, il quale mise in atto un progetto del 1570, relativo alla costruzione di fontane pubbliche nelle piazze principali di Roma attraversate dall’antico Acquedotto Vergine ristrutturato. L’acquedotto dell’Acqua Vergine aveva una pressione troppo bassa per permettere la realizzazione di zampilli o cascate. L’inconveniente fu risolto grazie alla magistrale idea di una fontana che sembrasse una barca immersa nell’acqua, posta al di sotto del piano stradale.
La Fontana della Barcaccia deve il nome proprio all’originale disegno ideato dal Bernini, il quale progettò un’opera quasi scultorea, dalle linee ondulate, completamente innovativa rispetto a quelle realizzate fino ad allora in città, ispirandosi a un’imbarcazione. Il tema del monumento è ripreso dall’alluvione del 1598, che permise alle barche di arrivare fino al luogo dove si trova ora la fontana.
L’insolita vasca a forma di barca riceve l’acqua versata da un catino centrale allungato e da due grandi soli, posti internamente a prua e poppa dello scafo. Dai lati, realizzati in modo da dare la percezione che la barca stia affondando, l’acqua trabocca nell’ampio bacino sottostante, in cui, delle bocchette di finte cannoniere, sui lati esterni a prua e poppa, versano zampilli d’acqua, incorniciando gli stemmi papali con le tre api, simbolo della famiglia Barberini.
LA FONTANA DEI QUATTRO FIUMI
La fontana fu commissionata a Pietro Bernini (1562-1629), architetto dell’Acqua Vergine dal 1623 e padre del più celebre Gian Lorenzo (1598-1680) con il quale non è da escludere vi sia stata una collaborazione.
Pietro Bernini progettò una fontana assolutamente nuova rispetto alle opere realizzate a Roma alla fine del XVI secolo; si ispirò, infatti, ad una barca, ideando un’opera più scultorea che architettonica. La singolare vasca a forma di imbarcazione raccoglie l’acqua che fuoriesce da due grandi soli – collocati internamente allo scafo a prua e a poppa – e quella che zampilla da un piccolo catino centrale. L’acqua straripante dai fianchi della barca, aperti in modo da offrire l’impressione che stia affondando, viene raccolta da un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati dei grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini.
LA FONTANA DEL LEONE A PIAZZA DEL POPOLO
Questa parte del Campo Marzio comincia ad essere urbanizzata solo verso la metà del ‘500 e una prima fontana al centro della piazza viene realizzata già nel 1572, su progetto di Giacomo della Porta (1533-1602) architetto del Popolo Romano.
Tra XVI e XVII secolo la piazza assume sempre più un carattere monumentale: nel 1589 viene innalzato al centro l’obelisco per volere di papa Sisto V (1585-90); nel corso del ‘600 viene trasformata la porta del Popolo da Gian Lorenzo Bernini e realizzate le chiese gemelle di S.Maria dei Miracoli e S.Maria di Montesanto. Alla fine del Settecento su progetto iniziato da Giuseppe Valadier nel 1811. La nuova piazza assume la forma di una grande ellisse incentrata sull’obelisco e delimitata da due emicicli in corrispondenza del Pincio e del fiume, ornati da sculture e dalle grandi fontane della Dea Roma e del Nettuno. Due fontane sarcofago trovano posto anche sugli edifici ai lati della porta.La fontana dei Leoni al centro della piazza sostituisce la fontana cinquecentesca (smontata e successivamente rimontata in piazza Nicosia) e si sviluppa intorno all’obelisco sistino: ai quattro angoli del basamento a gradini, Valadier colloca delle vasche rotonde di travertino sopra le quali, su tronchi di piramide, sempre a gradini, sono posti leoni di marmo bianco in stile egizio dalle cui bocche sgorgano ampi ventagli d’acqua.
LA FONTANA DEI DIOSCURI IN PIAZZA DEL QUIRINALE
In ultimo, segnaliamo la Fontana dei Dioscuri, conosciuta anche come Fontana di Monte Cavallo, posizionata in Piazza del Quirinale, la cui particolarità è segnata dal tempo, nel senso che per osservare questa fontana nello stato attuale in cui si trova sono stati impiegati secoli, con lavori realizzati in diversi anni.
Campo Vaccino era il nome con cui nel XVI-XVIII sec. venivano chiamati l’area in cui erano sorti gli antichi Fori Imperiali. Il nome, attestato in una bolla pontificia di papa Sisto V del 1589, derivava dal mercato delle vacche che vi si teneva, regolato dal “governatore della dogana di Campo Vaccino”.
Qui si trovava una fontana-abbeveratoio, costituita da una vasca in granito e da un mascherone: fatto scolpire da da Giacomo Della Porta (1532 – 1602) per ornare la fontana.
Smantellata nel XIX sec., la vasca venne spostata sotto l’obelisco del Quirinale in piazza del Quirinale, mentre il mascherone si trova oggi in una fontana moderna a piazza Pietro d’Illiria.
La vasca era stata ritrovata nel 1587, probabilmente proprio durante i lavori per la costruzione del condotto secondario “dell’Acqua Felice”, e si trattava di un’antica fontana in granito di epoca romana, recuperata nell’area posta tra il Circo Massimo ed il Tevere.
Sebbene anche in quella zona, che all’epoca ancora ospitava il mercato del bestiame, fosse prevista la realizzazione di una fontana, papa Sisto V ritenne più utile la costruzione di un abbeveratoio per gli animali e ne affidò la realizzazione a Giacomo Della Porta, il quale si limitò ad ornare la vasca-abbeveratoio di un semplice mascherone dal quale fuoriusciva l’acqua.
LA FONTANA DEI MONTI A SAN VITO ALL’ESQUILINO
La Fontana dei Monti si trova in via di S.Vito, lungo la parete laterale della chiesa dei SS.Vito e Modesto ed è sollevata sul piano stradale da elementi a gradino. È composta da un insieme allegorico che si ispira allo stemma del rione Monti: tre monti stellati sovrapposti (in riferimento ad Esquilino, Viminale e Celio, un tempo tutti compresi nel rione Monti), dai quali fuoriesce l’acqua che ricade in altrettante vaschette sospese e lievemente modanate. La fontana fu realizzata nel 1927 su progetto dell’architetto Pietro Lombardi, al quale il Comune di Roma commissionò altre fontanelle, tutte allusive, nelle decorazioni, agli stemmi dei rioni o alle attività dei luoghi: la Fontana delle Anfore, la Fontana delle Arti, la Fontana delle Tiare, la Fontana dei Libri, la Fontana delle Palle di Cannone, la Fontana della Pigna, la Fontana della Botte e la Fontana del Timone.
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