COSA FARE NEL WEEKEND VICINO ROMA ANCHE CON I BAMBINI: VISITARE GRATIS LA BOCCA DELLA VERITA’
Ecco cosa fare nel week end a Roma gratis anche con i bambini. Un luogo molto suggestivo di Roma che evoca misteri e leggende ed è totalmente gratis. Ma non tutti hanno il coraggio di entrare, solo le persone totalmente sincere.
Questo è sicuramente un odei luoghi più affascinanti ed emozionanti di Roma ed è davvero controproducente dire una bugia: ecco dove si trova e come fare per visitarla. La Città Eterna detiene numerosi record, dal miglior cibo del mondo alla storia romana. Ogni angolo della città racconta la storia dei più grandi artisti del passato e della storia. Roma è fantastica per viaggiare in qualsiasi periodo dell’anno e come sempre cerchiamo i luoghi più appartati con panorami infiniti. Oltre ai classici monumenti del centro storico della città, ci sono in realtà tanti luoghi meno conosciuti, ma dal fascino incredibile. Bocca della Verità è uno di questi. Dopo aver scoperto il buco della serratura più famoso del mondo con i suoi panorami e giardini mozzafiato, è tempo di dedicarci a un luogo più stimolante. La Bocca della Verità, situata nella piazza che porta il suo nome, nasconde una delle opere più famose al mondo. Immergiamoci in una delle saghe italiane più belle di tutti i tempi, tra storie e storie tutte da scoprire. Ecco cosa fare appena arrivati al famoso mascherone romano in marmo.
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LA BOCCA DELLA VERITA’ A ROMA
La bocca della verità a Roma: cosa nasconde questo posto unico al mondo
Dalla piazza è possibile accedere gratuitamente alla bocca della verità rispettando la fila in silenzio. Questo luogo raccoglie storia e leggenda del passato che vale la pena visitare per rendere il soggiorno a Roma unico nel suo genere. La bocca ha il volto del dio dell’oceano o comunque di una creatura marina che raccoglie acqua grazie al foro sulle labbra scolpite. Anticamente era un tombino che aveva la funzione di raccogliere l’acqua del Tevere nella zona più bassa della città in caso di piena.
La bocca della verità a Roma
Alla sua funzione originaria si è poi aggiunta una leggenda che racconta un mistero. Una specie di macchina della verità del passato che puniva chiunque dicesse una bugia con la perdita della mano. Ancora oggi i turisti di ogni angolo del mondo infilano la loro mano nella bocca misteriosa, ma solo per scattare una fotografia. Un luogo nascosto a Roma che vale la pena scoprire anche insieme ai più piccoli. Non resta che aggiungerlo al nostro itinerario alla scoperta della capitale italiana facendo attenzione a ritornare a casa tutti interi.
SEGRETI E MISTERI DELLA BOCCA DELLA VERITA: LA LEGGENDA
Secondo alcuni il mascherone sarebbe l’oggetto menzionato nell’XI sec. nella guida per i pellegrini Mirabilia Urbis Romae, dove si dice che Ad sanctam Mariam in Fontana, templum Fauni; quod simulacrum locutum est Iuliano et decepit eum, cioè “Presso la chiesa di santa Maria in Fontana si trova il tempio di Fauno. Questo simulacro parlò a Giuliano e lo ingannò”. Per questa ragione alcuni lo ritennero una raffigurazione del Dio Fauno.
Sempre a causa della indiscriminata demonizzazione che il cristianesimo fece su tutto il mondo pagano ignorandone bellezza e significati, un testo tedesco del XII sec. narrò una storia simile, e cioè come, da dietro la bocca di pietra, il diavolo, fingendosi Mercurio, afferrasse la mano dell’imperatore Giuliano, il restauratore del paganesimo. Poichè Giuliano aveva truffato una donna e su quell’idolo doveva giurare la sua innocenza, il diavolo promise di salvarlo dalla figuraccia e di conferirgli grandi fortune se avesse rimesso in auge le divinità pagane.
Ma l’immagine non ha nulla di diabolico, anzi colpisce la sua vista per il fatto che una divinità potesse essere ritratta a uso tombino, ma i Romani erano molto più spontanei ed istintuali di noi e non dovevano celare nè svalutare le funzioni corporali e tutto ciò che ad esse era connesso. I Romani defecavano in compagnia entro lo stesso bagno pubblico, gomito a gomito e incuranti del fetore.
Del resto la cloaca aveva la sua brava divinità, la Venere Cloacina, e se Venere poteva presiedere alla cloaca un Dio fluviale poteva ben presiedere a un tombino. I Romani rispettavano gli Dei ma avevano con essi un rapporto più democratico. Non si prostravano e non si inginocchiavano, e se chiedevano una grazia promettendo in voto qualcosa, quel qualcosa veniva fatto solo a grazia ricevuta, mai in anticipo.
Se il corpo era una buona e bella cosa, come dimostrano i bei nudi delle statue, anche le funzioni corporali erano naturali, per cui un Dio poteva ben aiutare a convogliare le acque pulite ma pure le acque luride per indirizzarle alla cloaca.
La Bocca della Verità possiede anche altre leggende. Le guide medievali ne parlavano come di un oracolo potente e magico, spesso come personificazione del diavolo; si parlò addirittura di Virgilio come costruttore della scultura, la quale doveva essere utilizzata per scoprire la fedeltà delle mogli.
SANTA MARIA IN COSMEDIN
Ne derivò la leggenda della mano incastrata della moglie fedifraga nella bocca punitrice, giunta fino ai giorni nostri e riprodotta anche in alcuni film, tra cui il celeberrimo Vacanze Romane.
Il nome Bocca della Verità fu dato alla scultura per la prima volta nel 1485 e da allora è rimasta uno dei simboli più significativi di Roma, infatti nel XV sec. si narra nelle guide di questa pietra “che si chiama lapida della verità, che anticamente aveva virtù di mostrare quando una donna avessi fatto fallo a suo marito”.
In un’altra leggenda una donna infedele, condotta dal marito tradito alla Bocca della Verità per subire la prova, riuscì a salvare la mano con una astuzia.
Aveva detto all’amante di presentarsi anche lui il giorno della prova e che, fingendosi pazzo, di abbracciarla davanti a tutti. L’amante eseguì la richiesta e la donna, infilando la mano nella Bocca, giurò di essere stata abbracciata in vita sua solo da suo marito e da quell’uomo che tutti avevano visto. Venne inoltre frequentemente riprodotta in disegni e stampe. Da questi ricaviamo che era in origine collocata all’esterno del portico della chiesa; fu spostata nel portico con i restauri voluti da papa Urbano VIII Barberini.
Dalle file di turisti che ancor oggi aspettano di farsi fotografare con la mano nella leggendaria bocca, si può ritenere che continui ad essere inserita in tutte le guide turistiche.
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